Profitti in crescita per la banche straniere in Cina

Agosto, 2012

Il sistema bancario cinese è stato interessato, negli ultimi decenni, da importanti modifiche normative, volte tra l’altro ad aprire il mercato creditizio agli investitori stranieri, con l’obiettivo di definire una struttura in linea con quella dei paesi più avanzati e in grado di sostenere lo sviluppo economico del paese.

Nel profondo processo di riforma del sistema bancario cinese, iniziato con gli interventi del 1978 e ad oggi ancora in corso, l’aumento della partecipazione straniera è stata indubbiamente una delle tendenze chiave. Un contributo cruciale in tale direzione è stato rappresentato dall’ accesso della Cina all’ Organizzazione mondiale del commercio (WTO) nel 2001: questa circostanza ha, infatti, costretto i leader cinesi ad attuare interventi per assicurare una graduale apertura del sistema al mercato.In passato, le banche estere in Cina si sono generalmente concentrate su aree limitate di attività, come operazioni di trade finance per investimenti diretti esteri e interventi a supporto del commercio estero in Cina. Oggi, le banche straniere possono operare in Cina sia in forma diretta, attraverso stabilimento di proprie filiali e società controllate o indirettamente, come investitori di minoranza nel capitale degli istituti cinesi. Molti investitori hanno, inoltre, stipulato accordi di collaborazione con le banche nazionali in non-core business, come ad esempio il segmento delle carte di credito .
“La sfida principale per le banche straniere nei prossimi tre anni sarà bilanciare gli investimenti e le necessità del mercato cinese, dinamico e in crescita veloce, con i limiti posti dal rallentamento dell'economia nei rispettivi Paesi.”

William Yung

PricewaterhouseCoopers

Le possibilità in termini operativi riconosciute agli attori stranieri scontano, tuttavia, ancora limiti importanti previsti dalle autorità nazionali.I risultati registrati dalle 185 banche straniere che attualmente vantano una presenza attiva in Cina testimoniano, però, le potenzialità del fenomeno in prospettiva futura: secondo i dati diffusi da PricewaterhouseCoopers, infatti, i profitti netti di tali operatori sarebbero più che raddoppiati nel 2011, passando dai 7,78 miliardi di yuan (circa 1 miliardo di euro) del 2010 ai 16,73 miliardi di yuan (circa 2,14 miliardi di euro) dell'anno scorso. Secondo la stessa indagine, molti operatori stranieri del settore prevedono una crescita annuale del 20% circa fino al 2015: ciò potrebbe rappresentare un’importantissima alternativa ai mercati nazionali per perseguire profitti. L'incremento, si legge, è da ricondursi principalmente alla crescita in Cina degli investimenti delle multinazionali.