La Cina apre gli appalti pubblici alle imprese straniere

Agosto, 2011

Il ministero delle Finanze cinese ha recentemente comunicato l’abrogazione di tre regolamenti che limitavano la partecipazione delle imprese straniere alle procedure di gara per gli appalti pubblici nel paese.

Il ministero delle Finanze cinese ha recentemente diffuso un comunicato relativo ad un importante intervento legislativo con cui ha sancito l’abrogazione di tre regolamenti per l’applicazione di quelle politiche definite dal governo stesso di “innovazione interna”.I tre regolamenti in questione - “Innovation Product Government Procurement Contract Measures”, “Indigenous Innovation Product Government Procurement Budget Measures” e “Indigenous Innovation Product Government Procurement Evaluation Measures” – prevedevano l’obbligo, per le imprese straniere interessate a partecipare a determinati bandi d’appalto, di trasferire il proprio know-how tecnologico alle società di stato cinesi, altrimenti sarebbero state automaticamente escluse dalle relative gare. La ratio di tale orientamento risiedeva nell’obiettivo governativo di migliorare le capacità tecnologiche delle industrie nazionali .
“L’abrogazione di tali norme rappresenta un passo ulteriore nel processo di parificazione tra tutti i concorrenti in gara nel sistema degli appalti pubblici cinesi.”

Davide Cucino

Presidente Camera di Commercio Europea in Cina

Le norme, che riguardavano specificamente sei diversi settori tra cui energie pulite e forniture di computer, sono state ufficialmente abrogate a partire dal primo luglio scorso. Le disposizioni abrogate sono parte del Government Procurement Agreement, il trattato sugli appalti pubblici della World Trade Organization sul quale la Cina sta negoziando la sua adesione. Il settore dei lavori pubblici in Cina viene stimato complessivamente intorno ai 7 mila miliardi di yuan (più di 700 miliardi di euro; rapporto “Public Procurement in China”, Camera Europea, aprile 2011). Da ciò, la rilevanza dell’abrogazione delle previgenti disposizioni, che limitavano in maniera significativa l’operatività delle imprese straniere. Il presidente della Camera di Commercio Europea in Cina, Davide Cucino, ha accolto l’abrogazione di tali norme “come un passo ulteriore nel processo di parificazione tra tutti i concorrenti in gara nel sistema degli appalti pubblici cinesi”. Lo stesso Cucino, in un’intervista rilasciata ad AgiChina24, ha ribadito la rilevanza dell’intervento in oggetto dichiarando che “d’ora in avanti le società straniere con propri centri ricerca in Cina vedranno equiparati i loro prodotti a quelli cinesi, ottenendo così sulla carta le stesse possibilità di partecipare e vincere una gara offerte alle società che giocano in casa” .