La Banca Mondiale rivede al rialzo le previsioni per l’economia cinese nel 2013

Gennaio, 2013

La crescita economica della Cina, pur avendo segnato un rallentamento nel 2012, sembra presentare segnali positivi per il 2013. Principali elementi propulsori di tale dinamica, la crescita della domanda interna per consumi e, quindi, la ripresa della produzione industriale del Paese.

La Banca Mondiale ha rivisto al rialzo le proprie previsioni riguardo l’espansione dell'economia cinese per il 2013: la crescita per il Dragone è stimata all'8,4%, contro l'8,1% precedentemente annunciato. Nel 2012 ci si attende che il Pil cinese cresca del 7,9% (7,7% era il valore alla stima precedente). Nel lungo termine, secondo la Banca Mondiale, la crescita cinese dovrebbe rallentare a causa del cambiamento strutturale dell'economia, che dovrebbe allontanarsi da una crescita basata su investimenti ed esportazioni per avvicinarsi ad un modello che punti a valorizzare le potenzialità della domanda interna (www.agichina24.it). Circostanza, questa, che rappresenta, comunque, anche la naturale conseguenza del processo di transizione da un’economia in via di sviluppo ad un’economia avanzata.
“Confido nel futuro economico della Cina.”

Zhang

Ministro cinese

Sembrerebbe, pertanto, perseguito l’ obiettivo chiave e prioritario degli interventi di politica economica per il 2012, ossia la ripresa della crescita; in più, segnali incoraggianti sembrano palesarsi per il futuro. Ad avvalorare tali attese anche il dato sul cosiddetto ‘superindice’ economico della Cina, misurato dal Conference Board di New York, in continua crescita negli ultimi mesi. Tra i fattori ritenuti responsabili del rallentamento registrato nel 2012, invece, immancabilmente il raffreddamento dell'economia globale, ma anche l'invecchiamento della popolazione cinese. Nella sua relazione sul Sud-est asiatico, la Banca Mondiale manifesta, tuttavia, anche un certo timore riguardo all'eventualità che il processo di trasformazione del modello di sviluppo economico della Cina sia accompagnato da una certa "inerzia", non auspicabile, sullo scenario domestico e sui mercati internazionali.