La Cina è il primo paese per destinazione degli investimenti diretti esteri

Gennaio, 2015

Il rapporto dell’UNCTAD sugli investimenti diretti esteri colloca la Cina ai vertici della classifica dei paesi destinatari, riaffermando il ruolo del paese come obiettivo privilegiato del fenomeno.

I dati diffusi dalla United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD) affermano il ruolo della Cina come paese leader nella destinazione degli investimenti diretti dall’estero. Secondo la classifica contenuta nel rapporto in questione, nel 2014, le imprese straniere hanno investito in Cina l'equivalente di 128 miliardi di dollari, con un incremento del 3% su base annua. Il risultato colloca la Cina prima degli Stati Uniti, destinatari di 86 miliardi di dollari di investimenti e finiti al terzo posto della classifica, dopo Hong Kong, a quota 111 miliardi di dollari. In quarta e quinta posizione, rispettivamente Singapore (81 miliardi di dollari) e Brasile (62 miliardi); il primo paese europeo nella classifica dell'Unctad per attrazione di investimenti esteri è la Gran Bretagna, al sesto posto.
“Ci sono stati dei cambiamenti strutturali dei flussi in ingresso in Cina, come ad esempio il passaggio da quelli legati al manifatturiero a quelli del settore servizi e da quelli ‘ad alta intensita di lavoro’ a quelli ‘ad alta intensita' di tecnologia”.

James X. Zhan

Direttore Sezione Investment and Enterprise dell’Unctad

Tali risultati assumono una rilevanza particolare specie nell’attuale contesto economico, ancora gravato dagli effetti della crisi economico-finanziaria iniziata nel 2008. In totale, gli investimenti diretti esteri sono diminuiti dell'8% a livello globale, attestandosi ad un valore di 1.260 miliardi di dollari, il secondo livello più basso dall'inizio della crisi finanziaria globale del 2008. In Cina, per favorire l'attività delle piccole e medie imprese, il governo ha previsto dall'anno scorso interventi mirati in ambito economico. Più di recente, proprio nelle scorse settimane, la banca centrale cinese, People's Bank of China, ha immesso nel sistema cinquanta miliardi di yuan da destinare alle piccole imprese cinesi colpite dal rallentamento dell'economia nazionale, le cui previsioni di crescita si attestano, secondo le prime stime, al 7%, anziché al 7,5% come da obiettivo degli scorsi tre anni. Nel 2014, la crescita cinese è stata del 7,4% di poco sotto le aspettative del governo, ma ai ritmi più bassi dal 1990.